Questo post nasce pochi giorni dopo un seminario che ho dovuto tenere in Universitá, infatti, dopo aver approfondito l’argomento che sto per esporre, mi spiaceva lasciare tali concetti “al vento” e mi sembrava sensato trascriverli nero su bianco da qualche parte. L’idea iniziale era di scrivere un bel documento in di cui farne un pdf da perdere in qualche remota cartella del pc, ma alla fine mi sono detto: perché non qui sul blog?
L’obiettivo di queste note é di fornire una semplice e concisa esposizione del teorema di Sard, noto risultato di geometria differenziale. La trattazione é carica di osservazioni e frequenti definizioni, in modo da essere digeribile anche ai non addetti ai lavori.
Siano tali che , chiamiamo rettangolo solido n-dimensionale l’insieme
Chiamiamo volume n-dimensionale di un rettangolo solido n-dimensionale la quantitá reale positiva
Diciamo che ha misura nulla se esiste un ricoprimento di (ovvero ) formato da rettangoli solidi tale che
Osserviamo innanzitutto che, nella definizione di insieme a misura nulla, considerare cubi n-dimensionali (cioé rettangoli dove ) invece che rettangoli é del tutto equivalente. D’altronde é del tutto equivalente anche considerare le palle euclidee o in generale le altre bolle indotte da norme equivalenti (nel senso che generano la stessa topologia).
Inoltre, si segnala come tale nozione sia equivalente all’avere misura di Lebesgue nulla, ovvero ha misura nulla se e solo se dove é la misura di Lebesgue n-dimensionale. La dimostrazione di tale equivalenza, nonostante non di difficile raggiungimento, non é necessaria per i nostri obiettivi e pertanto verrá omessa.
Iniziamo con le due seguenti banali osservazioni:
Se allora ha misura nulla in
Basta ricoprire con una famiglia numerabile di cubi, tali cubi giacciono su un iano di e quindi ognuno di essi puó essere schiacciato in una direzione ortogonale a questo pano. In questo modo l’unione dei rettangoli continua a contenere tutto e il volume di ogni rettangolo é piccolo a piacere, questo implica che anche la somma di tutti i volumi é piccola a piacere.
ha misura nulla se ogni ha misura nulla.
Unioni di famiglie numerabili sono ancora numerabili per l’assioma della scelta.
Vediamo ora una prorietá fondamentale che ci permettá in seguito di estendere la definizione di insiemi a misura nulla.
Sia una mappa liscia, con aperto. Se ha misura nulla allora anche l’immagine ha misura nulla.
Iniziamo osservando che é ricopribile da una famiglia numerabile di palle chiuse per cui la restrizione di ad ognuna di queste palle é ancora liscia, ricordiamo che una mappa é liscia su un insieme generico (non aperto) se essa é estendibile ad una mappa liscia definita su un aperto contenente tale insieme. Sia una di queste palle, siccome é compatto e allora tale che
Fissiamo , visto che ha misura nulla possiamo considerare un suo ricoprimento numerabile di palle tale che
Per la diseguaglianza di prima sappiamo che é contenuto in una palla di raggio al piú volte il raggio di . Dunque é ricoperto da una famiglia numerabile di palle di volume complessivo inferiore a
Per arbitrarietá di segue che ha misura nulla, e dunque per quanto osservato all’inizio che anche ha misura nulla, cioé la tesi.
Ció implica che l’avere dimensione nulla é invariante per diffeomorfismi, siamo quindi ora pronti ad estendere la definizione di insiemi a misura nulla alle varietá differenziabili, prima di fare ció enunciamo e dimostriamo una versione piú debole del teorema di Sard. Per capire in che modo questo teorema é implicato dalla versione generale occorrerá attendere ancora un poco.
(Mini-Sard) Sia una mappa liscia, con aperto e . Allora l’immagine ha misura nulla in .
Sia la proiezione sulle prime componenti, tale mappa é liscia. Consideriamo ora l’aperto e , che é ancora liscia. A questo punto é sufficiente osservare che non é nient’altro che l’immagine di attraverso , che, per la proposizione precedente, ha misura nulla siccome é l’immagine di un insieme a misura nulla (é tutto contenuto in un iperpiano!) attraverso una funzione liscia.
Come preannunciato, estendiamo la definizione di insieme a misura nulla sulle varietá differenziali.
(Insiemi a misura nulla su varietá differenziabili) Sia una varietá differenziale, diciamo che ha misura nulla se ha misura nulla in per ogni carta dell’atlante di .
Si osserva che, a causa della -compatibilitá delle carte dell’atlante, per affermare che un sottoinsieme della varietá ha misura nulla é sufficiente trovare una collezione numerabile di carte che ricoprano l’insieme candidato e che soddisfino l’enunciato della definizione. In particolare se l’insieme é tutto contenuto in una carta, per mostrare che ha misura nulla basta verificare che l’immagine attraverso la carta ha misura nulla.
Passiamo ora a definire un altro concetto che sará fondamentale per enunciare il Teorema di Sard.
(Punti critici e valori critici) Sia una mappa liscia tra varietá differenziali, diciamo che é un punto critico se la mappa differenziale indotta non é suriettiva. In tal caso si dice valore critico.
Denotiamo con l’insieme dei punti critici di .
(Punti regolari e valori regolari) Sia una mappa liscia tra varietá differenziali, diciamo che é un punto regolare se non é critico, ovvero se é suriettiva (ovvero locamente é una sommersione). Se é un punto regolare per ogni punto sulla fibra allora si dice valore regolare.
Osserviamo come affinché un valore sia critico é sufficiente che esso sia l’immagine di un solo punto critico, mentre affinché sia regolare occorre che tutti i punti della sua controimmagine siano regolari.
La seguente osservazione ci sará utile durante la dimostrazione del teorema di Sard.
é un chiuso di
dove é la mappa liscia tale che
cioé la mappa che manda i punti della varietá nel determinante del prodotto della Jacobiana con la sua trasposta.
Prima di presentare il teorema di Sard occorre ancora dare una definizione ed enunciare il teorema di Fubini, di cui peró ometteremo la dimostrazione 1. Tale risultato sará fondamentale nella dimostrazione del teorema di Sard.
(Sezione verticale) Sia e , chiamiamo sezione verticale l’insieme .
Sempre adottando le notazioni della definizione, diremo che un insieme ha sezione verticale nulla se la proiezione (sulle ultime l componenti) di ha misura nulla.
(Teorema di Ruffini) Sia , se tutte le sezioni verticali hanno misura nulla (quindi ) allora ha misura nulla in .
Enunciamo finalmente il teorema di Sard:
(Teorema di Sard) Sia una mappa liscia tra varietá differenziabili, allora l’insieme dei valori critici ha misura nulla in .
Siccome per le varietá differenziabili vale il secondo assioma di numerabilitá ogni insieme é ricopribile con una collezione numerabile di carte, pertanto nell’enunciato del teorema é sufficiente chiedere che il dominio di F sia un singolo aperto , dove . Inoltre, per lo stesso motivo, anche l’immagine é ricopribile con una collezione numerabile di carte, pertanto anche qui si puó supporre senza perdita di generalitá che la carta sia una sola, ovvero che l’immagine stia in , dove .
Quanto appena scritto é sufficiente a giustificare la seguente formulazione equivalente del teorema di Sard.
(Teorema di Sard, formulazione equivalente) Sia una mappa liscia, con aperto. Allora l’insieme dei valori critici ha misura nulla in .
Se l’enunciato diventa una semplice conseguenza del Teorema Mini-Sard, supponiamo dunque e procediamo per induzione su .
Se allora l’immagine dei punti critici deve essere contenuta in un punto, e pertanto non puó che avere misura nulla. Supponiamo quindi ora il teorema valido per e dimostriamolo per .
Chiamiamo ora per brevitá e , ovvero l’insieme dei punti di in cui tutte le derivate di ordine inferiore a si annullano.
Osserviamo subito come e i sono chiusi (dimostrazione simile all’osservazione iniziale sulla chiusura di ), inoltre ha luogo la seguente catena di inclusioni:
Assumiamo ora i tre seguenti lemmi, rimandandone temporaneamente la dimostrazione, che ricordiamo avverrá per induzione su .
- Lemma a ha misura nulla in
- Lemma b ha misura nulla in
- Lemma c ha misura nulla in se
Per concludere il teorema ora é sufficiente osservare che
Ovvero che l’insieme dei valori critici é unione finita di insiemi che sono a misura nulla per i tre lemmi, e pertanto anch’esso ha misura nulla.
Seguono le dimostrazioni dei tre lemmi, ricordiamo che ci troviamo sotto ipotesi induttive, pertanto potremo assumere il teorema di Sard valido per .
(a) ha misura nulla in
Osserviamo come sia sufficiente mostrare che per ogni punto in esiste un intorno per cui ha misura nulla. Infatti siccome é un aperto di , vale il secondo assioma di numerabilitá, e quindi é possibile ricoprire di intorni la cui immagine ha misura nulla.
Consideriamo quindi , visto che possiamo assumere senza perdita di generalitá che sia non nulla in , a questo punto definiamo una mappa tale che
Questa mappa ha rango massimo in e quindi é un diffeomorfismo locale per un qualche intorno aperto di , continuiamo a chiamare il diffeomorfismo ottenuto dalla restrizione.
Definiamo ora la mappa composta e chiamiamo , osserviamo subito che ; ma allora e quindi per mostrare la tesi basta mostrare che ha misura nulla.
Osservando che si vede che é la funzione identitá sulla prima coordinata, questo permette di definire per ogni la mappa dove
I punti critici di questa mappa coincidono coi punti critici della sezione verticale di , ovvero . Questo implica che , ovvero che le varie sezioni verticali dei valori critici di coincidono con i valori critici di , che peró hanno misura nulla per ipotesi induttiva!
Questo basterebbe a concludere grazie al teorema di Fubini, se solo non fosse che mentre é un chiuso non é detto che anche sia un chiuso (serve che lo sia affinché sia possibile applicare il teorema di Fubini). Questo problema é facilmente superabile osservando che é unione numerabile di compatti (é un chiuso di ) e quindi anche l’immagine é unione numerabile di compatti, pertanto non assumere chiuso non é lmitante.
(b) ha misura nulla in
La dimostrazione é simile a quella del lemma precedente, infatti dimostreremo che troviamo un intorno di tale che ha misura nulla, per le stesse motivizaioni del lemma precedente questo é sufficiente a concludere la dimostrazione.
Sia , siccome significa che possiamo trovare una derivata -esima di non nulla in . Senza perdita di generalitá assumiamo quindi che esista una derivata -esima tale che sia non nulla in .
Definiamo a questo punto una mappa tale che
Come nella dimostrazione del lemma precedente, siccome tale mappa ha rango massimo in , esistono e aperti diffeomorfi attraverso la restrizione di , che continueremo a chiamare . Per costruzione é contenuto nell’iperpiano , e quindi ha i punti critici di tipo in tale iperpiano.
Definiamo come la restrizione di data da , per induzione vediamo che i suoi valori critici hanno misura nulla, ma i suoi punti critici coincidono coi punti critici di tipo di , e quindi l’immagini di tali punti, ovvero , ha misura nulla.
(c) ha misura nulla in se
Siccome é ricopribile da una collezione numerabile di cubi contenuti in di lato , preso uno di questi cubi, diciamo , é sufficiente mostrare che ha misura nulla per sufficientemente grande.
Sia e , scrivendo lo sviluppo in serie di Taylor di di ordine e ricordandoci della compattezza di e della definizione di otteniamo:
dove vale la seguente maggiorazione per il resto
é costante e dipende solo da e . A questo punto possiamo suddividere il cubo in cubi di lato , sia uno di questi cubi e sia , osserviamo come ogni punto di sia della forma dove
Dalle diseguaglianze di prima otteniamo
Che significa che un e che quindi é contenuto in un cubo di lato dove .
Questo ragionamento non dipende da una particolare scelta del cubo e puó essere effettuato per ogni cubo della suddivisione, dunque é ricopribile da una famiglia di cubi, ognuno di lato . Ma allora la somma dei volumi é minore di
Che é equivalente ad affermare che troviamo un sufficientemente grande per cui la somma dei volumi dei cubi che ricoprono é inferiore di , ovvero che ha misura nulla.
La dimostrazione di questo lemma termina la dimostrazione del teorema di Sard, seguono gli enunciati di alcuni notevoli risultati interpretabili come corollari.
Il gruppo di omotopia é banale se
(idea 2) Basta il teorema Mini-Sard, che usato in un certo modo permette di non considerare un punto da e retrarre (in modo ) tramite una proiezione stereografica ad un aperto di .
(Teorema del punto fisso di Brouwer 3) Sia continua, dove é il disco -dimensionale. Allora ammette un punto fisso cioé tale che .
(Teorema di Whitney 4) Sia una varietá differenziabile -dimensionale, allora essa puó essere realizzata come sottovarietá chiusa di o come sottovarietá immersa di .
Equivalentemente esiste un embedding proprio di in e una immersione di .
Per esporre il prossimo risultato (fondamentale nella teoria di Morse) occorre dare alcune definizioni.
(punto critico non degenere) Sia una funzione liscia, diciamo che é un punto critico non degenere se é un punto critico (cioé la mappa differenziale indotta ivi si annulla) e se l’Hessiana nel punto é non singolare, ovvero
(funzione di Morse) Sia una funzione liscia, diciamo é una funzione di Morse se tutti i suoi punti non degeneri.
Si puó mostrare 5 (lemma di Morse) che le funzioni di Morse hanno la proprietá di essere localmente descrivibili come polinomi di secondo grado, ovvero che esiste sempre un cambio di coordinate per cui
Diagonalizzando la matrice si riesce addirittura a riscrivere la precedente relazione come
dove .
Il teorema di Sard ci permette di affermare 6 che queste (belle) funzioni di Morse sono quasi tutte le funzioni liscie, in termini piú precisi
Sia una funzione liscia definita su una varietá differenziabile -dimensionale , tramite le sue carte possiamo definire sempre la funzione liscia
Allora il sottoinsieme di degli tali che non é funzione di Morse ha misura nulla.
- Guillemin, A. Pollack - Differential Topology (p. 204)
- W. Tu, R. Bott - Differential Forms in Algebraic Topology (pp. 214, 215)
- W. Hirsch - A proof of the non-retractability of a cell onto its boundary
- Abate, F. Tovena - Geometria Differenziale (pp. 109-115)
- Guillemin, A. Pollack - Differential Topology (p. 42)
- Guillemin, A. Pollack - Differential Topology (p. 43)